domenica 5 gennaio 2020

Il paganesimo senza la sua base filosofica non serve a niente

Il concetto di Dio metafisico trascendente, è il prodotto del pensiero greco e non di quello ebraico.

Nel mondo greco sin dall'antichità si sono cercate le cause dell'"Essere", per esempio Anassimandro filosofo di 2600 anni fa, afferma letteralmente "il Principio degli esseri è l'infinito ... da dove infatti gli esseri hanno origine, ivi hanno anche la distruzione secondo necessità".


Ma l'elaborazione più articolata delle cause dell'essere le otteniamo da Platone ed Aristotele, mentre Platone postula una realtà distaccata da quella terrena che contiene in se i modelli, le idee, che sono causa dell'essere nel mondo terreno, Aristotele invece sostiene che la forma, l'idea, non è distaccata dal mondo fisico, è invece correlata in una catena di causa effetto (potenza e atto) alla cui origine vi deve essere necessariamente un principio costituito di pura forma, e la cosa più simile alla pura forma è il pensiero.



700 anni dopo Platone ed Aristotele, Plotino filosofo di Alessandria d'Egitto ellenizzato, riesce a fondere il pensiero di Platone e Aristotele effettuando un sincretismo, e infine spiega i diversi stati dell'essere del Principio (chiamato Uno, o bene, o Dio), chiamato come tale tenendo sempre presente però che è scorretto dargli un nome o peggio personificarlo, perché letteralmente il primo stato dell'essere deve necessariamente essere apeiron, alogos e amorfos (infinito, indicibile, privo di forma).


L'analisi filosofica di Plotino al tempo si era diffusa fino a Roma, persino l'imperatore Gallenio seguiva le sue lezioni, il mondo ebraico/cristiano ha avuto l'astuzia di impadronirsi dei concetti elaborati dalla scuola di Atene e di farli propri inserendoli nell'interpretazione di un libro (la bibbia) che in se non contiene nessun concetto filosofico, ma è bensì un libro che parla unicamente delle guerre del dio Yahweh, specificando tra l'altro in più passi la sua natura mortale, esattamente come tutte le antiche divinità (la cui natura di carne è ben risaputa e narrata nelle vicende decisamente umane e passionali degli Dèi).

Il concetto che abbiamo oggi di Dio, è dunque derubato interamente dal pensiero greco. Ma ironicamente i movimenti neo-pagani, invece di riappropriarsi dei concetti elaborati dal mondo pagano che gli appartengono di diritto, molto spesso li ignorano, o peggio ancora li sostituiscono con una "pseudo magia" che fa uso di concetti elaborati durante la repressione della santa inquisizione, o peggio più moderni (concetti come le streghe, la magia, la wikka). E diventano la brutta parodia del cristianesimo, perché facendo uso di concetti come le streghe, vengono associati all'antagonista teologico di yahweh (che sarebbe lucifero/satana) dunque diventano anch'essi l'ennesima costola delle religioni abramitiche (ebraismo, cristianesimo e islam).


Qualunque individuo che si definisca pagano, ha il dovere etico, storico, logico di studiare la metafisica sviluppata dal pensiero Greco, senza la quale il paganesimo non ha nessun senso.

Studiare gli Dèi mortali (che come tali vengono descritti, con la loro natura terrena e passionale), senza comprendere la natura della realtà è un mero esercizio pratico, che da l'impressione di avere una base, una struttura "religiosa" che in realtà si regge sul nulla. È si importante conoscere i propri miti e racconti, ma è più importante riconoscere che la filosofia è parte integrante della nostra cultura e che non deve essere usata impropriamente dagli apologeti delle religioni abramitiche.

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